Cistus, un genere da scoprire
Nei miei corsi sul Giardino Mediterraneo (clicca QUI per iscriverti alla prossima edizione) parlo moltissimo del genere Cistus perché è tra quelle piante che dovremmo incominciare ad utilizzare in modo massivo nei nostri giardini.
Il cisto è un arbusto caratteristico della macchia mediterranea che è estremamente facile trovare sia in Italia che in tutto il bacino mediterraneo.
Le specie più facili da trovare in Italia sono Cistus monspeliensis e Cistus creticus.
Cistus x skanbergii in piena fioritura.
Non vorrei soffermarmi troppo sull’origine del cisto, sul suo habitat o su come moltiplicarlo poiché sono informazioni che possiamo facilmente reperire in rete. L’obiettivo dei miei articoli è quello di rendere pubbliche informazioni uniche, preziose e frutto di anni di ricerca, studio ed esperienza.
E’ importante però sapere che il cisto è una specie pioniera e germina in natura a seguito del forte calore dovuto agli incendi. Questa particolare caratteristica permette alla pianta di colonizzare in poco tempo lo spazio liberato dalle fiamme. Come tutte le piante pioniere, ha una grande capacità di adattamento e questo è proprio il suo incredibile punto di forza.
Cistus x hybridus var. corbariensis al termine della fioritura.
Necessità di cambiamento
Partiamo col dire che c’è enorme bisogno di introdurre piante più adatte al nostro clima, sia in ambito pubblico che privato. Per troppi anni abbiamo prediletto piante con richieste colturali elevate, soltanto per l’esuberanza dei fiori o per le vegetazioni lussureggianti che tanto amiamo.
E’ tempo di cominciare ad utilizzare piante adatte ai nostri terreni, al nostro livello di precipitazione medio annuo e al nostro clima estremo. Tre o quattro mesi di siccità totale o parziale, uniti al caldo, rappresentano un fattore di forte stress per le piante. Non sono io che ve lo chiedo ma è il nostro ambiente, il nostro pianeta che ci implora di essere più rispettosi.
Questo non vuol dire mettersi a coltivare cicoria, cerri e ginestre, ma significa che dobbiamo concentrarci su tutte quelle piante che possono regalarci soddisfazioni estreme senza chiedere NULLA in cambio. Ancora, guardare prima al contesto non vuol dire utilizzare e coltivare soltanto piante autoctone, sarebbe riduttivo e assolutamente non funzionale, ma considerare tutte le piante disponibili in commercio compatibili con il sito e chiaramente considerate NON invasive. Dobbiamo avere una visione più ampia e renderci conto che le specie mediterranee sono decine e decine di migliaia. C’è molta confusione a riguardo dell’uso di piante autoctone o esotiche. Provenienti da diverse parti del mondo, le piante mediterranee sono tutte quelle piante che nascono, crescono e vivono in quegli ambienti caratterizzati da estati calde e torride e inverni umidi e miti. Non c’è alcun problema ad utilizzare piante provenienti dal Sud Africa o dall’Australia, a patto che sia appurato che non facciano danni ambientali e nello specifico del nostro giardino, che siano compatibili con il clima e il terreno a disposizione.
Anzi, avvalersi di piante alloctone spesso e volentieri aumenta la biodiversità poichè allunga i periodi di fioritura dando più cibo agli insetti pronubi e di conseguenza a tutta la microfauna. Oltretutto, aumentare la diversità interspecifica vuol dire aumentare la resilienza dell’intero sistema che diventa finalmente sostenibile e cessa di consumare se stesso.
Ad ogni modo, il cisto mette d’accordo tutti, anche gli estremisti, poiché la gran parte delle specie in commercio ha come habitat naturale il bacino mediterraneo.
Qual’è il segreto del successo dei miei giardini? Sicuramente una moltitudine di ingredienti, ben miscelati tra loro. Tra questi ingredienti spiccano le piante.
La giusta scelta in fatto di piante determina la riuscita del progetto e puntare tutto su piante dalle basse richieste colturali è la chiave per il successo di qualsiasi giardino.
L’agricoltura si sta muovendo sempre di più verso una gestione sostenibile e particolarmente attenta all’impatto ambientale, via via integrando sempre di più soluzioni agronomiche e scelte varietali che minimizzino l’immissione di input nel sistema.
Non è possibile, anzi è impensabile, che ad oggi un giardino per mantenersi in forma necessiti di trattamenti e concimazioni, per lo più in continuazione.
I miei giardini sono a trattamenti e concimazioni zero (salvo rari casi) perché punto tutto sulla scelta della pianta adatta, e quindi di una pianta che sostanzialmente non abbia bisogno di nulla per crescere adeguatamente.
Uno sgargiante Cistus x tardiflorens ai piedi di un olivo.
La coltivazione del cisto
Tutte le piante mediterranee crescono in terreni sassosi e poveri. Immaginate quindi come possano crescere nei nostri giardini, dove solitamente troviamo argilla e limo in percentuali decisamente maggiori che in una macchia o in una gariga. Si trovano in una situazione di sovrabbondanza di nutrienti e quindi dimentichiamoci completamente le concimazioni poiché risulterebbero inutili e dannose.
Le piante cresceranno più velocemente e saranno più rigogliose ma potenzialmente potrebbero non essere soggette agli stress estremi del loro habitat naturale e vivere quindi più a lungo.
L’importante è garantire un corretto drenaggio ed evitare pericolose situazioni di ristagno idrico che potrebbero rivelarsi fatali specialmente in inverno, periodo in cui il cisto presenta la sua massima debolezza.
Spesso una clorosi (ingiallimento fogliare) si trasforma in poco tempo in deperimento generale della pianta, con morte irrimediabile.
Quando lo si usa in massa può accadere ma non è un problema: un cisto va comprato in vaso 18 o meno e quindi il costo di sostituzione è assolutamente esiguo. In terreni moderatamente fertili la sua velocità di crescita è assolutamente sorprendente e in pochi anni (al massimo 3 o 4) raggiunge dimensioni considerevoli. Non alcun senso comprarlo in dimensioni più grandi, a patto che ne esistano in commercio.
Scegliamo il cisto per creare delle macchie mediterranee in cui immergerci.
Torniamo al drenaggio.
L’apporto di sabbia, scheletro e altri materiali drenanti come il lapillo può essere una strategia ma può anche non essere sufficiente. Giocare con i livelli del terreno creando delle vere e proprie baulature come in agricoltura, spesso si rivela una mossa vincente ai fini di non far accumulare l’acqua.
Il cisto è anche una di quelle piante che se ben coltivata, non necessita di impianto di irrigazione. Con l’ala gocciolante crescerà più in fretta e in estate apparirà più verde e in forma. Viceversa, lo vedremo in una fase di parziale stasi vegetativa in estate e potremmo dover aspettare uno o due anni in più per vederlo al suo massimo potenziale.
Se non disponiamo di un impianto di irrigazione mettiamolo a dimora ora, in autunno, periodo ideale per qualsiasi piantagione. Avrà tutto il tempo di sviluppare un apparato radicale sufficiente a tollerare la prossima estate. Quando farà caldo, basteranno 1-2 irrigazioni al mese andando a bagnare in modo abbondante.
Il cisto oltretutto si presta per essere coltivato in zone di mezz’ombra, dove spesso ci chiediamo cosa andare a piantare. Non pensiamo mai al livello di tolleranza all’ombreggiamento che possono avere specie considerate eliofile per il semplice motivo che nessuno ce lo ha mai detto.
Il cisto resiste benone con poca luce, farà meno fiori e crescerà più lentamente ma a differenza di un’ortensia non chiederà mai acqua e concimazioni.
Adoro usarlo nella creazione di siepi miste, posizionandolo in prima fila ai piedi di arbusti più grandi. Si presta anche per essere utilizzato come pianta strutturale all’interno di macchie o praterie mediterranee. Uno degli aspetti incredibili del cisto è proprio la sua struttura: se potato spesso si presta per l’arte topiaria così come altre specie più blasonate, con la differenza che in primavera si riempirà di meravigliosi fiori. Possiamo quindi circondarci di meravigliosi arbusti sferici e dalle forme sinuose, sempreverdi, ma pronti a colorarsi in modo prorompente quando la stagione lo permetterà.
Potiamoli dopo la fioritura 1 o 2 volte, e lasciamoli in pace in inverno poiché si staranno riempendo di innumerevoli gemme pronte a fiorire da aprile a giugno.
E’ una pianta in grado di dare così tante soddisfazioni con il minimo sforzo, che è incredibile quanto sia ancora poco conosciuta o utilizzata. Se da una parte è un bene perché risulta ancora sempre una novità, dall’altra meriterebbe attenzioni decisamente maggiori da parte in primis dei professionisti del settore.
Potrei parlare per ore dei cisti e di quanto siano diventati imprescindibili nei miei giardini ma mi limiterò a farvi vedere qualche specie interessante, facilmente reperibile in commercio. Sappiate che sono circa 200 le specie di cisto che possiamo trovare nei vivai di tutta Europa.
L’ultimo consiglio che mi sento di dare è di non fare assolutamente riferimento alle misure elencate per ogni pianta: se si troverà bene il cisto crescerà molto ma molto di più di quanto detto o scritto. Dategli spazio e vi ripagherà.
Per concludere, avere il pollice verde non vuol dire più avere doti di coltivazione strabilianti, dimentichiamoci completamente questo retaggio dannoso e pericoloso. Avere il fantomatico pollice verde ad oggi vuol dire saper scegliere la pianta giusta per il posto giusto, e cioè quella pianta che cresca nel modo più autonomo possibile, con il minimo sforzo da parte nostra. Non fissiamoci più con le piante dei sogni ma spendiamo il nostro tempo leggendo il territorio e informandoci su ciò che realmente fa al caso nostro.
Tramite i miei servizi di CONSULENZA, ad esempio, aiuto molto spesso i miei clienti a individuare la pianta corretta per il loro giardino e questo non è mai possibile senza aver prima effettuato un’analisi puntuale e attenta del sito, seguita possibilmente da un’analisi chimica e fisica del terreno in laboratorio.
I giardini moderni più famosi e acclamati da critica e pubblico si basano tutti su una consapevole scelta iniziale dell’elemento pianta e non sulla quantità di concimazioni e trattamenti necessari per il corretto mantenimento.
E’ ancora più paradossale pensare che in un paese come l’Italia dove ormai quasi solo esclusivamente il ceto alto può permettersi un giardino progettato e realizzato da professionisti, si punti ancora su piante estremamente dispendiose da gestire. Soltanto incominciando a rivolgere l’attenzione verso piante adatte al nostro territorio e soluzioni più sostenibili (come ad esempio la riduzione o eliminazione dei tappeti erbosi) riusciremo a ridare vigore e importanza al giardino, garantendone l’accessibilità a tutti.
Dove comprarli?
Vivai Rasconi (solo per professionisti)
Piante Mates
Il Peccato Vegetale
Vivaio Salto del Prete
Cistus x skanbergii
Cistus x skanbergii è un ibrido naturale tra Cistus monspeliensis e Cistus parviflorus. Dalla mia esperienza è uno dei più resistenti, anche in situazioni dove il terreno può risultare pesante. Con un livello di rusticità elevato si è dimostrato forse il cisto in assoluto più performante ed affidabile, con un ottimo rapporto efficacia/bellezza. Cresce piuttosto velocemente rispetto alle altre specie e tra i cisti di media grandezza è senz’altro tra i più grandi.
La sua particolarità è senz’altro il fogliame piccolo e chiaro, unito all’esuberanza floreale. E’ uno dei primi a fiorire e grazie all’infinita quantità di piccoli fiori, diventa completamente rosa in piena fioritura. Un portento.
Cistus laurifolius
Cistus laurifolius è un cisto di dimensioni considerevoli ma con crescita lenta. Grazie alla sua forma compatta si presta per essere mantenuto nella forma più consona al sito. Originario dei Pirenei, tollera freddo e neve, a patto che il terreno sia permeabile e moderatamente sciolto.
Lo uso molto perché ha un’ottima tolleranza all’ombra e si presta per la costituzione di siepi mieste. La sua fioritura è piuttosto prolungata e l’aroma che emette dalle foglie in estate è impagabile.
Indubbiamente tra i cisti fondamentali da utilizzare, stranamente poco coltivato.
Cistus x purpureus
Cistus x purpureus è l’ibrido tra Cistus creticus e Cistus ladanifer. Grazie alle sue foglie verdi scure, allungate e di media grandezza è forse uno dei cisti più eleganti da possedere in giardino. I suoi fiori sono di color rosa scuro e bianco nella cultivar ‘Alan Fradd’. Molto grandi, compaiono in modo piuttosto scalare e mai eccessivo, regalando una rifiorenza piuttosto prolungata.
Non è tra i cisti più compatti e in situazioni di poca acqua e scarsa illuminazione tende a svuotarsi all’interno, mostrando il suo scheletro. Molto adatto all’associazione con Cistus x skaknbergii, Cistus creticus ‘Bali’ e Cistus x pulverulentus.
Cistus x hybridus var. corbariensis
Cistus x hybridus var. corbariensis è un ibrido naturale tra Cistus populifolius e Cistus salviifolius. Anziche citare i famosi Cistus x florentinus e C. salviifolius, incluse le cv tappezzanti, ho preferito menzionare questo insolito ma sempre più utilizzato cisto. E’ estremamente compatto e quando va in fiore non ce n’è per nessuno. Si copre completamente di fiori bianchi di media grandezza ed essendo di perfetta forma sferica, diventa uno spettacolo incredibile.
Tra l’altro, resiste molto bene in situazioni di ombra pressoché totale. Da scoprire, rivalutare e utilizzare il più possibile.