
L’Inghilterra e la cultura del bello
Ogni tanto decido di tornare in Inghilterra per coltivare la mia passione verso i giardini e immergermi nella complessa e meravigliosa società inglese. Questo mio desiderio di immergermi in un ambiente a me affine non è casuale ma nasce da un profondo disagio, derivato dal maltrattamento culturale e paesaggistico che l’Italia riceve ormai da decenni.
Respirare l’amore verso il bello, verso il proprio territorio, verso la propria ricchezza, vi assicuro, rende felici, dà sollievo, speranza. In questo gli inglesi sono maestri, campioni nel valorizzare ciò che hanno e grandi artisti nel far risplendere le loro abitazioni, nonostante il perenne grigiore.
Parco pubblico a Londra.
Cordialità, rispetto verso il prossimo, accoglienza e spirito di condivisione, sono le caratteristiche che in primis emergono dai primi contatti con gli abitanti del luogo. E’ tutto vero quel che si dice sugli inglesi, ma talmente vero che a volte arrivi a chiederti quanto ci sia di reale e quanto invece influisca la tradizione, il lascito delle generazioni passate. Ma anche se fossero semplici automatismi inculcati sin dalla nascita, che importa se poi danno solo beneficio?
Bristol, Cypress Gardens. Io e la mia compagna, attirati dal nome, decidiamo di entrare in questa piccola zona residenziale nei pressi dello stupefacente Clifton Suspension Bridge. Ci si aspettava di trovare un giardino e così è stato. Decidiamo di entrare e una signora sulla settantina, indaffarata a togliere un po’ di erbe spontanee (weeding), ci saluta con uno sguardo vagamente stupito. “Possiamo entrare?” La risposta non è tardata ad arrivare, “Oh, prego entrare pure”.
Dopo un po’ ci rendiamo conto che Cypress Gardens non era altro che il nome di un piccolo comprensorio e quel giardino, peraltro ricco di stupende bordure fiorite, nient’altro che la proprietà privata di questa gentile signora.
Un idillio che stride nella mia mente con i costanti episodi di cafoneria e le reiterate visioni di degrado forzato, ormai marchio indelebile della Capitale italiana e della sua provincia.
Ma è proprio questo stridore che porta a lasciarsi inebriare, a prendere consapevolezza immediata che quel che ogni tanto cerchi è davvero ciò che ardentemente desideri.
Ma che cos’è che rende veramente, indiscutibilmente, così speciale l’Inghilterra nelle sue piccole e grandi realtà? Come fa una nazione quasi perennemente ricoperta dalla pioggia a risplendere in modo così accecante e prorompente? Semplice, con i giardini e l’amore (unito al buon gusto innato) dei loro custodi e proprietari.
Un’Inghilterra senza giardini equivale a un’Italia senza mare. Gli Inglesi, pienamente consapevoli del concetto di giardino, inteso come ponte tra creatività umana e natura, sono meritevoli di aver coltivato nei secoli ciò che oggi allieta e rende felici le loro giornate.
L’importanza che gli inglesi danno ai parchi e ai giardini viene colta immediatamente nelle grandi città come Londra. La qualità delle bordure, dei giardini, la cura degli alberi e del verde orizzontale dei grandi parchi sono altissime e fanno trasparire tutta la riverenza degli inglesi verso questo meraviglioso mondo. La piena comprensione che un verde urbano sano, di qualità, può portare immensi benefici alla comunità del luogo è la chiave di volta per andare nella giusta ed unica direzione.
L’incredibile giardino residenziale progettato da Nigel Dunnett al Barbican Centre, Londra.
Un giardino ben progettato può dare immensi benefici all’essere umano, tra cui riduzione dell’ansia e della depressione, aumento della creatività e della socialità. L’attività di giardinaggio vero e proprio invece può essere un ottimo allenamento sia per il corpo che per la mente, riducendo lo stress e la tensione accumulati durante la settimana.
Sarà un caso ma visitando le Cotswolds, ricche di città-giardino, abbiamo riscontrato un’accoglienza e una cordialità che in qualche modo è strettamente correlata al contesto.
L’entrata in questo famoso territorio inglese non può che essere segnata dalla visita all’affascinante, fiabesca e senza tempo Bibury.
In questo piccolo villaggio che la nostra immaginazione collega immediatamente a classici del fantasy, il giardino svolge un ruolo primario e molte abitazioni ne fanno sfoggio in modo dolce e prorompente allo stesso tempo. La volontà dei proprietari nel rendere i loro giardini così gradevoli alla vista e rigorosamente visibili al pubblico, fa di loro dei benefattori. Rendere pubblico il bello vuol dire fare un enorme favore alla comunità, vuol dire fare del bene alle persone, renderle un po’ più felici o un po’ meno tristi.
Questa è Bibury, un luogo che obbliga qualsiasi passante alla sosta, rapito dalla magia e dalla sensazione di esser stati catapultati in un’altra dimensione.
La nostra visita continua e soltanto a Broadway (non la famosa strada di New York, ma un paesino inglese) troviamo nuovamente quella magia inconfondibile. L’architettura e i colori apparentemente monotoni della cittadina vengono del tutto smorzati dal verde lussureggiante dei suoi giardini.
Il paese si sviluppa lungo un grande viale e ogni passo percorso è una scoperta continua su usi e costumi di questi fortunati abitanti. Piccoli e fioriti giardini addolciscono le entrate di molte case e anche qui si respira aria di condivisione e di serenità.
A Stanton finalmente le nostre massime aspirazioni prendono vita e si concretizzano in quella che è forse la comunità che rispecchia più in assoluto l’inglese e il suo legame con il giardino.
Spinti dai proprietari del nostro B&B ci dirigiamo verso il pub/ristorante più famoso del villaggio, The Mount Inn. Una coppia di signori del luogo ci invita caldamente ad unirci al loro tavolo e così facciamo con molto piacere. La conversazione per l’inglese è un’arte ed è molto difficile attirare la loro attenzione con argomenti sufficientemente interessanti. La mia compagna decide di sfoderare l’arma segreta ed improvvisamente, l’espressione vagamente annoiata dell’anziana ed elegante signora si trasforma in espressione di stupore e meraviglia. Aveva da poco appreso che a tavolo con lei e il marito sedeva un Garden Designer. Poco dopo, un’altra coppia di amici si avvicina per scambiare due chiacchiere e la prima domanda che vi garantisco di aver sentito è: “Allora come sta il tuo giardino?”.
Ci dirigiamo verso la nostra macchina e mentre la visita alla splendida cittadina volge al termine, un’anziana signora dall’inverosimile gentilezza ci saluta ad alta voce e ci invita a fare due chiacchiere con lei alle porte del suo incantevole giardino. Andiamo via poco dopo con sguardi increduli e senza aggiungere una parola, forse per paura di rovinare quel momento così estraneo al nostro modo di vivere, alla nostra società frenetica e sempre più distaccata.
Stanton fa inoltre parte del National Garden Scheme, un circuito di giardini privati che coinvolge migliaia di cittadini in tutto il Regno Unito. I possessori di questi eccezionali giardini, aprono le porte al pubblico e devolvono il ricavato in beneficienza, facendo un doppio favore all’umanità.
Il giardino rientra in tutto ciò che possiamo marchiare come bello ed è fondamentale per educare intere generazioni a rendere migliore il paese in cui vivono, contribuendo così all’arricchimento collettivo.