L’orto autosufficiente: Utilizzare il cippato di ramaglie fresche
Alcuni di voi avranno sicuramente sentito parlare di BRF (Bois Rameaux Fragmente). Questo metodo, in italiano cippato di ramaglie fresche, consente di usufruire di terreni aridi, rocciosi e poco fertili per le nostre coltivazioni, ma migliora oltretutto quelle di terreni già utilizzati.
I cambiamenti sono traducibili in miglioramento della struttura del suolo, contenimento delle erbe spontanee, riduzione del fabbisogno idrico, aumento notevole di esseri viventi nel suolo, riduzione delle lavorazioni del terreno e ottima qualità delle verdure coltivate.
Questo metodo è stato brevettato negli anni 70′ dal professor Gilles Lemieux dell’Université Laval, Quebec (Canada).
Da estremo promotore del giardino naturale, e quindi di un giardinaggio privo di artifici (impianti di irrigazione, fertilizzanti, ecc.) non posso non provare interesse in questa nuova (anche se già vecchia) pratica utilizzata per lo più in agricoltura. Con un pò di buona fantasia, pazienza, passione e un piccolo investimento (una buona cippatrice domestica sta intorno ai 1000-1500€), è possibile portare il BRF nel nostro orto e rendere quindi uno spazio che per tradizione è legato all’acqua, completamente autosufficiente.
Funzionamento del Cippato di ramaglie fresche
Ma veniamo nel dettaglio del funzionamento del cippato di ramaglie fresche (e quindi non compostato, attenzione).
L’avvenimento assolutamente più sorprendente è lo sviluppo di funghi saprofiti (che si cibano di legno morto) che letteralmente digeriranno il cippato trasformandolo in humus e quindi sostanza organica, migliorando notevolmente la struttura e la fertilità del suolo.
Durante questo processo, visibile con il compattamento del materiale a causa delle ramificazioni dei filamenti, viene impiegato molto azoto e difatti l’inconveniente maggiore di questa pratica è proprio il periodo iniziale.
Interrare precedentemente una buona quantità di compost, letame e altri fertilizzanti azotati (ad esempio dermazoto) può ovviare alla così detta “fame di azoto”. Successivamente non vi saranno problemi in quanto l’azoto verrà restituito in quantità al suolo.
Il momento migliore per farlo
Il momento migliore per cippare è senza dubbio l’inverno, come lo è anche per cospargere il materiale (circa 3 cm) sul nostro orto o area di coltivazione. Aspettare più tempo comporta l’aumento delle temperature all’interno dei cumuli di cippato e quindi l’avvio del processo di compostaggio.
Durante la colonizzazione da parte dei funghi aumenta anche l’attività da parte dei lombrichi e il terreno al di sotto del nostro strato di pacciamatura diventa umido e più friabile.
E’ questo il momento fondamentale (di solito a primavera) in cui il metodo BRF rivela tutta la sua particolarità. Il cippato che fin ora è stato posto posto sul terreno come pacciamatura, per migliorare effettivamente la qualità del suolo e darci a noi coltivatori tutti i vantaggi precedentemente elencati, deve essere interrato. Potrete usare una forca ricurva cercando di portare il materiale nel sottosuolo fino ad una profondità di circa 10 cm.
Ricapitolando, questo metodo ci consente quindi (dal secondo anno in poi a pieno regime) di escludere totalmente l’apporto idrico nel nostro orto e di limitare drasticamente le lavorazioni del suolo. Esse infatti consisteranno nell’interramento di cippato nei prossimi anni e di una eventuale copertura pacciamente (ad esempio paglia) per limitare ulteriormente perdite d’acqua e crescita di erbe spontanee.
Ma il BRF consente anche al suolo di trovare il suo equilibrio chimico-fisico e di garantire quindi ai nostri ortaggi tutti gli elementi di cui hanno bisogno per crescere nel migliore dei modi e resistere più facilmente ad attacchi parassitari.
Le sperimentazioni in agricoltura hanno spesso evidenziato incrementi di produzione e di qualità della verdura raccolta.
Se come me preferite un giardino naturale, che vive di acqua proveniente dal cielo, non vi resta che provare il cippato di ramaglie fresche tenendo sempre a mente che non basta usarlo come pacciamatura.
Buon raccolto a tutti!
Fonti:
L’orto senz’acqua di Jacky Dupety, Tera Nuova edizioni.
One Comment
Orto, ovvero autonomia alimentare e cibo vero | CucinareSuperFacile
[…] di prodotti molto saporiti e senza far ricorso ad altro concime. Per saperne di più guarda qui […]