Un nuovo giardino mediterraneo: La Realizzazione
Al termine (si fa per dire) di questo mio nuovo lavoro, durato un anno, ho deciso di renderti partecipe della fase di realizzazione. Mi piacerebbe offrirti qualche spunto, aiutandoti a capire cosa c’è dietro la realizzazione di un giardino.
Credo che il giardino, in tutte le sue fasi, sia un’ottima espressione di racconto. Un racconto che inizia dalla testa di una persona e si trasforma in un qualcosa di vivo, mutevole e ricco di soprese negli anni a venire.
Questa foto ritrae una piccola porzione del giardino da me progettato e realizzato (con l’aiuto di validi professionisti), durante l’installazione di bordure in polietilene stabilizzato.
Ho scelto questa foto scattata qualche mese fa perché da l’idea di quello che verrà. In realtà mancano all’appello festuche e lavande (a chiudere i vuoti) che sono state poi piantate in un secondo momento. Il resto dell’articolo verterà sulla realizzazione di un’altra porzione di giardino, vero cuore del progetto.
Le fasi preliminari
Per arrivare al progetto di massima in foto (fase che precede le tavole tecniche) ho avuto bisogno di:
– Intervistare in modo approfondito il cliente
– Indagare sul clima, l’esposizione e le speci esistenti
– Effettuare le analisi chimico-fisiche del terreno
– Effettuare un rilievo di tutta l’area (circa un ettaro) con strumentazione gps
– Trovare tutte le piante compatibili con il luogo e i gusti del cliente
– Vedermi con il cliente più volte per renderlo partecipe del processo produttivo
Arrivare a un progetto definitivo richiede studio, tempo e soldi (perdonami la chiarezza, ma il giardino è un lusso). Quando vedi render proposti gratuitamente in fase di preventivo, basati solo ed esclusivamente su una foto (!!!), chiediti quale possa essere la garanzia di successo di un giardino.
Ho voluto disegnare un giardino mediterraneo dal carattere formale e informale.
Formale attraverso la geometria degli spazi da destinare alle piante e ai sentieri, informale grazie al mantenimento naturale delle forme e al mescolarsi armonico di erbacee e arbustive a clima mediterraneo.
Nella parti più esterne, confinanti con i vicini e la strada, ho utilizzato alberi e arbusti caratteristici della macchia mediterranea, con l’unico obiettivo di riproporre quelle sensazioni (colori, profumi, forme) tipiche della nostra penisola. Immergersi in corridoi di cisti, corbezzoli, mirti, agnocasti, filliree, ecc. sarà un ottimo modo per ritemprarsi e ritrovare se stessi.
In una zona lungo il viale d’ingresso ho cercato di ricreare un angolo delle farfalle, utilizzando specie attrattive come buddleje, lantane e verbene. Ho disegnato il rispettivo sentiero d’accesso in modo da non rivelare subito la fine dell’area, che finirà fondendosi con la macchia mediterranea perimetrale.
Quest’ultima porzione di macchina mediterranea (alta) correrà lungo tutto il versante sinistro del viale d’ingresso, andando a compensare la vastità della superficie sul versante destro, inizialmente composta da erbacee e piccoli arbusti.
L’equilibrio delle forme e dei volumi è di vitale importanza ai fini di rispettare quell’armonia che solo il tuo inconscio può riconoscere e apprezzare.
Sul lato destro del viale d’ingresso si staglia una grande superficie che porterà colore e dinamismo in tutte le stagioni. Questa parte di giardino, la più grande, fungerà da calamita per lo sguardo, portandolo verso i viali immersi nella macchia mediterranea. Vorrei che chi entrasse e uscisse quotidianamente, sia in macchina che a piedi, venga rapito dalla benefico effetto che il bello può avere nelle nostre vite.
Prima della piantagione
Ho deciso di ammendare tutta la superficie con circa 5 cm di sabbia grossolana, in modo tale da favorire il drenaggio e rendere il terreno più sciolto.
La posa della sabbia è stata preceduta da falsa semina effettuata con ripper nel mese di agosto, accompagnata poi da fresatura nel mese di settembre. Rendere il terreno soffice e omogeneo è alla base del successo di un giardino.
Dopo gli scavi per la posa dei tubi dell’impianto d’irrigazione, si è proceduto alla delimitazione delle aiuole con bordure in polietilene stabilizzato. All’interno di esse sono stati utilizzati teli non tessuti sintetici per le zone riservate alla macchia di vegetazione alta, e biodegradabili per quelle destinate alle coprisuolo.
Il famigerato “weeding” (diserbo manuale) non è pensaibile per superfici così vaste e i teli possono funzionare egregiamente in tal senso per svariati anni.
I viali sono stati realizzati con un strato di stabilizzato iniziale (ghiaia grossolana più sabbia fine), per poi essere coperti da geotessile fine e granello di cava.
In queste foto manca ancora lo strato finale di ghiaia bianca.
Piantagione
Chi mi conosce sa che amo utilizzare funghi micorrizici in fase di piantagione. Questi particolari funghi simbionti instaurano un legame mutualistico con le radici, aumentando la resistenza alle malattie, alla siccità e mettendo le piante nella condizione di assorbire meglio i nutrienti necessari.
Ogni pianta è stata imbevuta di miscela con acqua e spore di funghi micorrizici.
Per le zone dedicate alla macchia mediterranea ho utilizzato le seguenti specie:
Arbutus unedo
Olea europea
Phyllirea angustifolia
Pistacia lentiscus
Myrtus communis
Myrtus communis ‘Variegata’
Myrtus communis subsp. tarentina ‘Variegata’
Vitex agnus-castus Latifolia
Viburnum tinus
Ceanothus ‘Concha’
Ceanothus ‘Victoria’
Spartium junceum
Nerium oleander
Eleagnus x ebbingei ‘Limelight’
Eleagnus x ebbingei
Teucrium fruticans
Buddleja saligna
Buddleja hybrida ‘Lochinch’
Buddleja hybrida ‘Pink Delight’
Buddleja davidii ‘Empire Blue’
Atriplex halimus
Cistus laurifolius
Cistus ladanifer sulcatus f. bicolor
Cistus florentinus
Cistus purpureus
Cistus purpureus ‘Alan Fradd’
Cistus skanbergii
Cistus x tardiflorens
Rosa Candlelight
Rosa Stefanie Baronin
Le seguenti foto ritraggono il giardino appena completato, privo ancora di gran parte delle ali gocciolanti. Per vederlo al suo potenziale massimo occoreranno sei mesi per le erbacee, uno-due anni per le perenni arbustive e almeno 4-5 anni per tutte le altre. I bordi verranno interamente coperti e gran parte delle piante invaderanno leggermente i sentieri, rendendoli il più naturale possibile.
Per le bordure miste e le aree centrali ho utilizzato:
Festuca glauca ‘Elijah Blue’
Festuca actae ‘Banks Peninsula Blue’
Stipa ichu
Stipa tenuifolia
Carex comans ‘Bronze Forme’
Ballota pseudodictamnus
Lavandula angustifolia ‘Dwarf Blue’
Lavandula dentata ‘Candicans’
Lavandula x intermedia ‘Grosso’
Convolvulus mauritanicus
Convolvulus cneorum
Lantana sellowiana ‘Rosa’
Verbena hybrida ‘Homestead Purple’
Verbena bonariensis
Salvia chamaedryoides
Salvia leucantha
Rosmarinus officinalis repens
Perovskia atriplicifolia ‘Blue Spire’
Nepeta racemosa
Erigeron karvinskianus
Helichrysum italicum
Achillea filipendulina ‘Neugold’
Achillea millefolium ‘Hella Galshoff’
Per ora è tutto.
Ci rivediamo in primavera dove non mancherò di spiegarti alcuni accostamenti e raccontarti come sta evolvendo il progetto.
di Stefano Assogna