
Tappezzanti sempreverdi per piccoli spazi. Perché preferirle al prato?
Sapevi che il tappeto erboso è la componente più complessa di un giardino? Ad oggi è possibile costituire e gestire tappeti erbosi limitando l’utilizzo di prodotti chimici e di acqua. E’ in nostro dovere quindi limitare gli sprechi e rendere il prato di casa più sostenibile rispetto a quanto si faceva anni fa. Questo ha un prezzo però: la competenza.
La riuscita di un tappeto erboso dipende solo ed esclusivamente dalla bravura di chi lo pianifica e lo cura poi nel corso degli anni. Non è una di quelle cose che posso spigarti con una guida online: ci vuole molto studio ed esperienza sul campo. Colleghi illustri, agronomi per lo più, si sono specializzati nel corso degli anni nel tappeto erboso ed è grazie a loro che io e tanti altri professionisti abbiamo la possibilità di apprendere e migliorarci negli anni. Il “tappetologo” è un professionista che ha speso la sua vita per seguire tappeti erbosi privati, campi da golf, da calcio e produttori di sementi e tappeti erbosi in zolle.
Puoi quindi affidarti a un esperto per individuare un prato resistente alle malattie e alla siccità e fartelo gestire negli anni secondo criteri scientifici. Vorrei però dirti che, nonostante si parta e si continui nel tempo nel migliore dei modi, dovrai sempre fare i conti con:
- Tagli settimanali continui (meglio se non sotto i 5 cm). Più il taglio è frequente più il prato si mantiene sano.
- Arieggiature o carotature effettuate nei periodi vegetativi ai fini di eliminare il feltro, stimolare la crescita e decompattare il terreno.
- Concimazioni con prodotti specifici (organici e minerali a lento rilascio) ai fini di garantire per tutto l’anno il corretto apporto di nutrienti.
- Utilizzo di particolari inoculi di funghi simbionti e antagonisti sia per prevenire che curare pericolose malattie fungine.
- Utilizzo di biostimolanti per uscire da condizioni di stress o per prevenirle.
- Possibile impiego di diserbanti selettivi per contrastare lo sviluppo di piante erbacee non volute.
- Costruzione e manutenzione di un impianto d’irrigazione specifico per tappeti erbosi.
- Non ultimo l’utilizzo dell’acqua. Il tappeto erboso è senza ombra di dubbio l’organismo vivente più assetato del tuo giardino. Con le crisi idriche ormai sempre più frequenti, il mio consiglio è quello di affrontare l’argomento in profondità e valutarne la fattibilità, senza farsi condizionare dalle mode e da una visione del giardino ormai vetusta e superata.
A parità di superficie, piante con funzione di coprisuolo e tappezzanti:
- Richiedono quasi sempre molta meno acqua.
- Eliminano la necessità di tagli continui e lavorazioni del terreno.
- Necessitano di molte meno competenze in fase di gestione.
- Potrebbero addirittura non aver mai bisogno di essere concimate.
- Non richiedono quasi mai interventi di diserbo chimico.
Posso quindi garantirti che a parità di superficie, un tappeto erboso costerà sempre molto di più, avrà bisogno di cure specifiche, di personale altamente qualificato e consumerà più acqua.
Se non bastasse, prova a fermarti ai piedi del tuo prato e ragionare sulla sua effettiva utilità. Con tutta probabilità rimarrai stupito nel constatare che la superficie che tu quotidianamente o saltuariamente percorri, ricopre soltanto una piccola percentuale di quella totale. In tal caso, stai sprecando inutilmente soldi e preziose risorse.
Uno dei primi consigli che do a tutti i miei clienti è quello di ridurre il più possibile la superficie del tappeto erboso. Eccetto particolari contesti, optare per soluzioni più sostenibili è sempre la cosa migliore da fare. Tra le tante opzioni a disposizione, quella delle tappezzanti è senza dubbio la più vicina al concetto di prato.
Utilizzarle per grandi superfici richiede alte competenze in fase di progettazione ma provare ad utilizzarle in spazi limitati può essere alla portata di tutti.
Non iniziare mescolando più specie ma concentrati su quella che potrebbe fare al caso tuo. Utilizzare un mix di due spece, ad esempio, potrebbe non darti i risultati sperati.
Prendiamo ad esempio una delle tappezzanti più famose e utilizzate ora in Italia, la Phyla nodiflora (o Lippia nodiflora). Spesso si consiglia di piantarla assieme ad altre erbacee con portamento coprisuolo come Achillea crithmifolia.
Quello che non viene detto è che irrigando con costanza, la Lippia tenderà a coprire e soffocare qualsiasi cosa trovi sul suo cammino. Soltanto dopo aver preso padronanza con alcune di queste piante, sarà possibile provare ad associarle. In alternativa puoi sempre rivolgerti da subito a un esperto.
Se per zone assolate e di mezz’ombra possiamo scegliere tra una vasta gamma di piante tappezzanti e moderatamente calpestabili, per situazioni di ombra la scelta diminuisce drasticamente.
Prova ad organizzare il tuo spazio così:
Zone assolate o parzialmente ombreggiate ———-> Piante tappezzanti dal moderato calpestio
Zone d’ombra ———-> Piante tappezzanti non calpestabili
In zone molto ombreggiate, potrai sempre organizzare dei percorsi pedonali a base di materiali inerti quali ghiaia o lapillo, mattoni prestampati in cemento, lastre di pietra e altri materiali.
Vediamo ora nel dettaglio alcune tappezzanti che possono essere utilizzate in gran parte dell’Italia senza grossi problemi.
TAPPEZZANTI DA SOLE
Per tappezzanti da sole si intendono tutte quelle piante che preferiscono la luce diretta del sole ma che tollerano situazioni di ombra parziale. Esposizioni come est o ovest che garantiscono almeno mezza giornata di sole o posizioni al di sotto di alberi decidui (con ombra luminosa e concentrata soltanto in alcune ore della giornata). Consiglio personalmente di evitare di piantare queste tappezzanti al di sotto di piante sempreverdi.
L’irrigazione automatica è necessaria se si vuole avere una copertura verde e fitta per tutto il periodo estivo. Irrigatori ad aspersione o dinamici sono senz’altro preferibili qualora la superficie venga calpestata, viceversa è sufficiente l’ala gocciolante. Alla seconda estate, saranno sufficienti due abbondanti irrigazioni mensili per evitare che le piantine vadano in estivazione (riposo vegetativo estivo caratteristico delle piante mediterranee).
Phyla nodiflora (comumente chiamata Lippia)
Origine: bacino mediterraneo, Asia Minore, alcune regioni a clima subtropicale
Altezza: 1-10 cm
Larghezza: oltre 1 m
Esposizione: sole o mezz’ombra
Rusticità: da -10 a -12 °C
Resistenza alla siccità: 3 mesi circa
Perenne a foglie caduche, talvolta persistenti nelle regioni a clima mite. I fusti radicano dai nodi a contatto dal suolo (evita teli pacciamanti a meno che non siano biodegrabili e dalla durata non superiore ad un anno). La pianta si sviluppa rapidamente e tende a colonizzare tutto lo spazio libero. Ramifica in tutte le direzioni, diventando un bel cuscino basso e fitto.
I piccoli fiori bianco rosati, melliferi e molto abbondanti, appaiono in maggio-giugno e si susseguono fino a settembre se l’estate non è troppo asciutta. In caso di forte aridità, il fogliame può parzialmente seccare in estate, rinverdendo successivamente con le prime piogge.
Phyla nodiflora tollera bene il calcare e resiste alla salsedine. E’ poco esigente riguardo la natura del suolo e sopporta anche un intenso calpestio. Viene tagliata 3-4 volte l’anno a seconda della crescita. Si può moltiplicare per divisione a fine inverno o per talea erbacea in primavera.
Achillea crithmifolia

Origine: regioni montane dei balcani
Altezza: 10 cm (15 cm in fioritura)
Larghezza: 50-100 cm
Esposizione: sole o mezz’ombra
Rusticità: oltre -15 °C
Resistenza alla siccità: 2,5 mesi circa
Perenne sempreverde a foglie grigio-verdi, finemente frastagliate. Forma un’eccellente tappezzante, ideale per superfici moderatamente calpestate. I fiori bianco crema sono poco abbondanti e questo permette alla pianta di restare bassa e fitta, anche se non la si pota. Per evitare che la pianta vada in dormienza estiva, irrigazioni saltuarie ma abbondanti sono consigliate. Le foglie aromatiche rilasciano sostanze chimiche che limitano e inibiscono la germinazione di erbe infestanti. Viene tagliata 3-4 volte l’anno a seconda della crescita.
Le possibili consociazioni, oltre alla già citata Phyla nodiflora, sono con Cerastium tomentosum o per grandi aree, con Cynodon‘Santa Ana’ e Trifolium fragiferum. Si può moltiplicare per divisione o per talea in tutti i periodi dell’anno eccetto l’estate.
Frankenia laevis
Origine: regioni costiere dell’Europa del sud
Altezza: 1-4 cm (a seconda del livello di calpestio)
Larghezza: oltre 50 cm
Esposizione: sole
Rusticità: oltre -15 °C
Resistenza alla siccità: 2,5 mesi circa
Una caratteristica molto interessante di questa tappezzante sempreverde è la sua capacità di virare al rosso durante l’inverno, restituendo interesse e varietà agli occhi di chi ne fruisce. Crea un tappeto molto fitto grazie alla sua capacità di colonizzare il suolo lateralmente e con molte radici. Le foglie sono piccolissime e difficilmente distinguibili se non da molto vicino. I piccoli fiori rosa sbocciano a maggio-giugno. Per evitare l’estivazione estiva è consigliabile irrigarla profondamente una volta ogni 10 giorni. Preferisce un’esposizione soleggiata e un suolo ben drenato. Resiste incredibilmente bene alla salsedine per cui è fortemente consigliata vicino al mare.
L’accostamento ideale è senza dubbio con il genere Thymus, ad esempio: Thymus hirsitus, Thymus herba-barona, Thymus ciliatus e Thymus serpillum ‘Elfin’. Si moltiplica per talea in primavera.
TAPPEZZANTI DA OMBRA
Il mondo delle tappezzanti da ombra è pressoché sterminato e sarà senz’altro oggetto di miei approfondimenti futuri. Mi limiterò quindi a citare erbacee e graminacee che se usate in modo fitto, potranno coprire senza troppi problemi superfici in ombra o mezz’ombra. Qualora si avesse ombra e si volesse comunque provare ad avere una superficie verde calpestabile, il mio consiglio è quello di provare con una graminacea macroterma (con sviluppo vegetativo primaverile-estivo) da tappeto erboso come Stenotaphrum secundatum, la migliore in assoluto per lo scopo. Definire con esattezza i livelli di luce per ogni zona del giardino è alquanto complesso ed è doveroso precisare che le piante indicate in quest’articolo potrebbero non comportarsi egregiamente come descritto in quest’articolo. Stabilire la pianta giusta per il posto giusto è compito arduo e potrebbe richiedere l’aiuto di un esperto.
Le erbacee e le graminacee di seguito citate, potranno essere interpretate come alternative non calpestabili al prato per zone ombreggiate e con irrigazione moderata.
Convallaria japonica (o Ophiopogon)
Origine: Europa e Asia
Altezza: 10-15 cm
Larghezza: 20-30 cm
Esposizione: ombra o mezz’ombra
Rusticità: -20 °C
Resistenza alla siccità: bassa
Interessante erbacea sempreverde dal portamento comparto e dall’aspetto lussureggiante. Le sue foglie scure e lucide donano eleganza e semplicità, restituendo luce nelle varianti a foglia variegata. Stolonifera, tenderà con il tempo a formare densi ciuffi d’erba e a riempire meticolosamente tutti gli spazi. Fioritura estiva quasi impercettibile seguita dalla produzione di piccole e lucenti bacche blu (sfortunatamente quasi sempre non visibili se non spostando le foglie). La crescita è alquanto lenta e servono molte piante al mq (15-25 a seconda delle esigenze). Per crescere bene ha bisogno di terreni ben drenati e con uso moderato dell’acqua. Tollera anche brevi periodi di siccità e tollera la salsedine (evitando quella diretta nei pressi dell’acqua marina). Per portare un po’ di colore può essere consociato con Liriope muscari, erbacea dai connotati simili ma dalla prolungata e delicata fioritura estiva (viste le dimensioni maggiori, Liriope muscari deve essere posta in secondo piano). Interessanti le alternative Ophiopohon japonicus ‘Variegatus’, Ophiopohon japonicus ‘Kyoto Dwarf’ e Ophiopohon japonicus ‘Nigra’.
Carex morrowii ‘Ice Dance’
Origine: Cina e Giappone
Altezza: 50 cm
Larghezza: 50 cm
Esposizione: ombra, mezz’ombra, sole
Rusticità: da -15 a -20 °C
Resistenza alla siccità: media
La particolarità di questo Carex è la sua adattabilità alle situazioni più disparate. Può crescere bene con poca o tanta acqua (lo si trova anche vicino i corsi d’acqua), al sole e in situazioni ombreggiate. Non sono molte le graminacee a crescere bene nelle zone d’ombra, questa è senz’altro una delle più affidabili e diffuse.
Grazie alla sua variegatura porta luminosità nelle zone più buie. I fiori, di colore bianco ma poco visibili, compaiono in primavera. La propagazione è piuttosto lenta. Si può moltiplicare per seme o per divisione tra la primavera e l’inizio dell’estate.
Hakonechloa macra ‘Aureola’
Origine: Giappone
Altezza: 50 cm
Larghezza: 50 cm
Esposizione: mezz’ombra, sole
Rusticità: oltre -20 °C
Resistenza alla siccità: media
Tra le soluzioni consigliate è la più interessante per tutte le zone che in inverno non ricevono alcuna luce. Hakonechloa macra infatti nelle stagioni invernali, perde completamente le foglie. Forma cespi molto fitti dalla cui base si dipartono le foglie nastriformi, leggere e ondeggianti al vento, lunghe fino a 50 cm, ricadenti e aggraziate. La fioritura, che avviene in giugno-luglio, è costituita da piccole pannocchie ovali color oro, portate da steli che si elevano fino a 50 cm e dondolano alla brezza. Ha una crescita più lenta rispetto la specie a foglie verdi e necessita di innaffiature moderate per lo più il primo anno.
Bibliografia utilizzata:
Filippi O., Per un giardino mediterraneo. Il verde senza irrigazione, Francia, Editoriale Jaca Book 2008
Filippi O., Planting design for dry gardens, Francia, Filbert Press, 2016